Sorpresi, ma diciamolo, anche rassegnati. E pure irritati. Sono i vari clienti dei supermercati dell'isola, ma il problema esiste di certo in tutto lo Stivale e oltre. Imputata è la frutta che sui banchi di vendita è sempre più acerba, in molti casi. E i pomodori? Belli e rossi ma privi di sapore, spesso.
"Prodotti coltivati industrialmente;- commenta Italo Sapere, agronomo isolano che gestisce la propria fattoria nella piccola pianura di Mola - che puntano sull'aspetto estetico e sulla durevolezza".
La lamentela è rivolta agli acquisti nei supermercati, ma può capitare pure rivolgendosi ad alcune bancherelle dei mercati rionali, sebbene in diversi dovrebbero avere prodotti isolani. Tutto è possibile.
"E i frutti - commenta un'anziana del centro storico di Portoferraio - hanno difficoltà a raggiungere effettivamente la maturazione: mi sono capitate pere che sono rimaste dure a lungo. E talvolta si deteriorano e bisogna buttarle".
Il fenomeno va avanti da un po' di anni e Italo, essendo uno dei massimi esperti del settore, evidenzia: "C'è sempre meno frutta locale nelle rivendite. La maggior parte proviene da fuori Elba e perciò è “normale” che chi vende la frutta programmi quanti giorni potrà soggiornare sugli scaffali o in frigo, il loro prodotto. Quindi è necessario raccogliere la frutta acerba, per farla durare il più possibile. Circa i pomodori alcune varietà, quasi tutte, sono ormai frutto di ibridazioni, cioè incroci, al fine di selezionare alcune caratteristiche. Purtroppo tale aspetto interessa in particolare le multinazionali che brevettano i semi ibridi, perché interessa soprattutto che i prodotti siano conservabili per un po' e abbiamo l’aspetto esteriore valido. Quindi si dà più importanza a ciò, a scapito del sapore e della sapidità. Insomma quello che conta è l'apparire, e non solo nei prodotti alimentari".
Fortunato, quindi, chi può risolvere tali problemi avendo il proprio orto. Dovrebbe gustare frutta e pomodori, e altro, al meglio.
Stefano Bramanti